IMU: COS'È E COME FUNZIONA

Con il Decreto “Salva Italia” è stata anticipata al 2012 l'Imposta Municipale Unica (Imu), che sostituisce sia l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case, sia l'Ici, introdotta nel 1992 e presto diventata una delle entrate più importanti nel bilancio dei Comuni, prima di essere abolita, per le prime case, nel 2008. 


Le aliquote Imu possono essere fissate da ciascun Comune aumentando o diminuendo l'aliquota ordinaria, secondo il seguente schema:

ALIQUOTA ORDINARIA ABITAZIONE PRINCIPALE: 0,4% (+ o - 0,2%)
ALIQUOTA ORDINARIA ALTRE PROPRIETÀ: 0,76% (+ o - 0,3%)

La nuova imposta interessa i proprietari sia di immobili residenziali, sia di immobili commerciali. La prima casa, quella di abitazione, può beneficiare di una detrazione fissa di 200 euro, più 50 euro per ciascun figlio (fino a 26 anni d'età) che compone la famiglia. La casa concessa in uso gratuito a parenti, a differenza dell'Ici, non viene considerata come abitazione principale.

L’IMU sull’abitazione principale rimarrà interamente nelle casse dei Comuni mentre l’IMU sugli altri IMMOBILI verrà divisa a metà tra Stato e Comuni tenendo presente che la quota dello Stato verrà calcolata applicando alla base imponibile complessiva l’aliquota del 7,6 per mille e non tenendo conto di qualsiasi detrazione o riduzione disposta dal Comune. Pertanto, i Comuni che decideranno di ridurre l’aliquota IMU sugli immobili diversi dall’abitazione principale sopporteranno interamente l’onere della riduzione disposta in quanto la quota spettante allo Stato verrà comunque calcolata applicando l’aliquota base. 

L'Imposta unica sugli immobili vale anche per gli annessi delle abitazioni: garage, box auto, magazzini o tettoie non pertinenziali alle abitazioni principali. Nel caso degli annessi, come riportato poco sopra, il valore catastale su cui applicare l'aliquota si calcola moltiplicando la rendita catastale (rivalutata del 5%) per 160. 

Tra le novità introdotte con l'Imu c'è anche quella relativa al pagamento dell'imposta per i fabbricati rurali. A tal fine è stato introdotto l'obbligo di dichiarare al catasto fabbricati tutti i fabbricati rurali che ancora risultano iscritti al catasto terreni, per consentire l'attribuzione della rendita catastale su cui si calcola l'imposta. Per i fabbricati rurali strumentali (costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell'attività agricola per il ricovero degli animali, riporre attrezzi...) l'aliquota è dello 0,2% riducibile allo 0,1% dal Comune. 

Ma come si calcola l'IMU? Tutto "inizia" dalla rendita catastale (da non confondere con il valore catastale), dato che può essere ricavato dall'atto di compravendita oppure ricercato sul sito dell’Agenzia del Territorio o essere rinvenuto nella precedente dichiarazione dei redditi dove va comunque indicata in apposito campo. 

La norma dispone che la base imponibile dell’IMU è costituita dal valore dell’immobile determinato applicando una rivalutazione del 5% alle rendite catastali risultanti al 1° gennaio del 2012 e successivamente appositi moltiplicatori (diversi a seconda della tipologia dell’immobile). Di seguito si riportano i nuovi moltiplicatori catastali
  • 160, per i fabbricati classificati nel gruppo catastale A, ad eccezione della categoria A/10, e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7; 
  • 140, per i fabbricati appartenenti al gruppo catastale B e le categorie catastali C/3, C/4 e C/5; 
  • 80, per gli uffici (categoria catastale A/10) e per i fabbricati con categoria catastale D/5 (banche, assicurazioni e istituti di cambio); 
  • 60, per i fabbricati appartenenti al gruppo D, ad esclusione della categoria D/5, limitatamente all’anno 2012; dal 2013 il moltiplicatore sale a 65; 
  • 55, per i fabbricati classificati nella categoria catastale C/1 (negozi). 

ESEMPIO per una seconda casa con rendita pari a 800,00 euro, aliquota IMU 9 per mille. 

(800,00 euro + 5%) x 160 (moltiplicatore catastale) = 134.400,00 euro 
IMU = 134.400,00 euro x 9 per mille = 1.209,60 euro 

Infine le novità non mancano neanche per i terreni agricoli: il valore si ottiene rivalutando del 25% il reddito dominicale e moltiplicandolo poi per il coefficiente 130 (solo nel caso di coltivatori diretti e di imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola il coefficiente scende a 110). 

Ed ora, da “Italia oggi” del 09/01/2012, una sintesi sull'IMU e sulle sue differenze con la "vecchia" ICI.
  • Abitazione principale. Forse è la differenza che ha avuto la maggior pubblicità. Al contrario di quanto accadeva con l'Ici, con la nuova imposta anche l'abitazione principale sarà da assoggettare al tributo con un evidente aggravio per i titolari dell'abitazione principale (che fino a oggi non pagavano alcunché né ai fini Ici né ai fini Irpef). L'imposta sull'abitazione principale è fissata allo 0,4%, ma i comuni hanno il potere di modificarla di 0,2 punti percentuali in più o in meno. Quindi la stessa potrà variare dallo 0,2 allo 0,6%.
  • Detrazione per carichi di famiglia. In sede di conversione per ogni figlio fi no ai 26 anni di età, che vive in famiglia, è concessa una detrazione aggiuntiva a quella stabilita per l'abitazione principale di 50 euro. Il tetto massimo della nuova detrazione sarà di 400 euro da sommare ai 200 concessi in generale per l'abitazione principale (quindi il bonus massimo sarà di 600 euro). Lo sconto sarà efficace nel 2012 e 2013, mentre nulla si prevede con riguardo al 2014. Nessun previsione similare esisteva ai fini Ici (nemmeno quando era tassata l'abitazione principale).
  • Valore immobili. La base imponibile Imu è individuata partendo dal valore della rendita catastale rivalutato. Poi, come già succedeva con l'Ici, per passare dalla rendita al valore dell'immobile sono stati individuati alcuni moltiplicatori. Ma tali moltiplicatori sono ben più alti rispetto a quelli in vigore con l'Ici. Da qui naturalmente una logica conseguenza è quella che si assisterà a un incremento della base imponibile dell'imposta municipale rispetto a quella Ici. Basti pensare che sulle abitazioni il nuovo moltiplicare di 160 sostituisce il precedente di 100 e sugli uffici il nuovo di 100 sostituisce il precedente di 50 (con una sorta di raddoppio della base imponibile).
  • Aliquote. Anche sul fronte delle aliquote non mancano le novità. La vecchia Ici prevedeva per le abitazioni una imposta che poteva variare dal 4 al 7 per mille, spazio entro cui i comuni poteva scegliere le differenziazioni che volevano introdurre nel loro territorio comunale. Ora invece sull'abitazione principale è fissata allo 0,4%, ma i comuni hanno il potere di modificarla di 0,2 punti percentuali in più o in meno. Quindi la stessa potrà variare dallo 0,2 allo 0,6%. Sugli immobili è fissata allo 0,76%, ma i comuni hanno il potere di modificarla di 0,3 punti percentuali in più o in meno. Quindi la stessa potrà variare dall'1,06% allo 0,46%. Inoltre la stessa è fissata allo 0,2% per i fabbricati rurali a uso strumentale e i comuni possono ridurre la suddetta aliquota fi no allo 0,1%. Inoltre i comuni possono ridurre l'aliquota di base fino allo 0,4% nel caso di immobili non produttivi di reddito fondiario o nel caso di immobili posseduti da soggetti Ires, ovvero nel caso di immobili locati.
  • Compartecipazioni erariale. L'Ici era un'imposta comunale il cui gettito finiva interamente nelle casse dell'ente periferico. Non è così per l'Imu. È stata, infatti, prevista una compartecipazione dello stato all'Imu nella misura del 50% dell'imposta determinata applicando l'aliquota di base di cui al (0,76%) alla base imponibile di tutti gli immobili, ad eccezione dell'abitazione principale e dei fabbricati rurali. In tal caso le detrazioni e le riduzioni di aliquota deliberate dai comuni, non si applicano alla quota di imposta riservata allo stato di cui al periodo precedente. Ora ciò può avere un effetto diretto per i contribuenti. Se gli immobili diversi dalla casa di abitazione e quelli rurali il gettito dovrà essere devoluto allo stato nella misura del 50% dell'imposta totale calcolata con l'aliquota dello 0,76% sarà ben difficile che i comuni sfruttando il loro potere giungeranno ad abbattere tale aliquota perché così facendo correrebbero il rischio di incassare solo poco più di quello che in ogni caso sarà il gettito di competenza (per legge) dell'erario centrale.
  • Fabbricati rurali. Niente sconti per i fabbricati rurali. La nuova Imu cancella l'esenzione Ici per i fabbricati rurali. Tali immobili pagheranno con un'aliquota ridotta allo 0,2% nel caso di fabbricati rurali ad uso strumentale (quindi stalle, depositi attrezzi, ecc). Vi è però la possibilità dei comuni di abbattere l'aliquota allo 0,1%. Nel caso di fabbricati rurali a destinazione abitativa non vi sono differenze rispetto alla tassazione di tutti i fabbricati abitativi non rurali. Se il fabbricato rurale a uso abitativo, è abitazione principale pagherà l'Imu in base all'aliquota e alle detrazioni stabilite per detta fattispecie. Se invece non è abitazione principale, sarà assoggettato all'Imu secondo le regole ordinarie.

Commenti

  1. Sono sinceramente preoccupato per quello che dovrò pagare per questa tassa. Spero che gli amministratori di Tovo sappiano che le famiglie stanno attraversando un momento molto difficile e che non tutti riescono ad arrivare alla quarta settimana.
    Buon lavoro.

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  2. Per quanto rigurda l'abitazione principipale speriamo che i comuni tengano conto delle difficoltà economiche che le famiglie stanno attraversando visto che i soldi di questo nuovo furto chiamato IMU rimangono interamente nelle casse dei comunali.
    Mentre i fabbricati per il ricovero dei cani,delle galline,dei conigli e delle zappe(che forse sarebbe meglio ne prendessero in mano qualcuna anche loro)se fanno scontistiche sull'aliquota devono comunque versare quella di base allo stato mettendo quindi mano al portafoglio comunale.E in questo ultimo caso ho dubbi che ci siano scontistiche.
    Che bello stato ci fa pagare pure il capanno per tenere le zappe o per avere la legna asiutta!!!
    Complimenti!!
    Ma quand'è che ci sveglieremo????
    C'è da dire che se i comuni avranno di nuovo una loro entrata dall'imu potremmo avere finalmente più luci,strade sistemate,un parco nuovo per i bambini,sistemazione delle borgate e un'occhio anche alle frazioni che sono sempre dimenticate(tanto non le vede nessuno..l'importante è la piazza del comune e la via centrale dalle scuole).
    AHAHAHAHAHAH...
    Stavo scherzando...

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  3. La politica è fine a se stessa mai per il popolo.
    Quello che solitamente viene passato come opera per i cittadini altro non è che una pubblicità per mantenersi il posto.
    Fate caso che tutte le opere di miglioria e decoro che vengono fatte sono sempre nei posti di maggiore visibilità ma negli angolini più remoti del paese non viene fatto praticamente nulla.
    Quando si abbassa la testa e si sta in silenzio si muore tante volte.
    Quando si cammina a testa alta e si parla si muore una sola volta.
    Giovanni Falcone
    Quando ci sveglieremo?

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